La cultura, le storie, i libri che cambiano il nostro paese. Ogni giorno proveremo a leggere i fatti da angolazioni diverse…read more
Un viaggio tra i protagonisti e le forze che si muovono dietro le notizie.Con uno sguardo sempre rivolto alle nuove generazioni e ai nuovi linguaggi. In studio un pubblico speciale: studenti di licei, università, accademie d’arte e musicali saranno protagonisti con le loro domande, curiosità e osservazioni.Ogni giorno un libro… il nostro Pane quotidiano. – See more at: http://www.panequotidiano.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-19da5c40-2115-4dd6-b605-24e287f70024.html#sthash.aZpaAoHX.dpuf
Ho aspettato un po’ prima di dire la mia su Pane Quotidiano, la trasmissione di RAI 3, condotta da Concita De Gregorio, che prende il posto di Le Storie-Diario Italiano, con Corrado Augias.
Ho seguito quest’ultima per molti anni, quando il mio lavoro me lo permetteva e molto di più da quando sono in pensione. Mi piaceva molto l’attenzione alla scuola, testimoniata dalla presenza di classi provenienti da regioni diverse.
A volte ho sofferto la gigioneria di Augias, il suo sfoggio di conoscenze, i suoi modi paternalistici, i suoi commenti apparentemente leggeri sull’ abbigliamento dei professori e delle professoresse…
Ho sempre e comunque apprezzato la sua enorme cultura, la capacità affabulatoria, la sua “telegenia” e i suoi richiami continui al ruolo fondamentale della scuola nella formazione civile e umana delle persone.
Augias aveva un’ottima squadra alle spalle, ospiti di alto livello e, soprattutto, buon cibo per le menti dei giovani e degli insegnanti presenti e degli affezionati telespettatori.
Stesso cibo raffinato quello di Concita de Gregorio, anche se di natura più croccante e più profumata di sapori “materni”. Cultura vasta, sapiente capacità organizzativa dei dati, freddezza appassionata da giornalista consumata, Concita condivide con Corrado un background da “intellettuale” a volte un po’ snob e fastidiosa.
Mostra qualche comprensibile impaccio iniziale nella conduzione, testimoniata dal tormento degli
occhiali, ma adotta uno stile “pedagogico” che riconosco e che per alcuni versi mi appartiene, anche nella gestualità legata ai libri e agli oggetti che si porta da casa, per dare vita, calore e senso del vissuto alle idee che propone e sviluppa con gli ospiti in trasmissione. Alcuni tra questi fanno già parte del mio immaginario culturale, altri e non sono pochi, imparo a conoscerli attraverso e con lei.
Lo studio è più “aperto e arioso” e gli invitati non danno sempre le spalle agli studenti, soprattutto non sono richiamati continuamente a non guardarli per esigenze di inquadratura. Capisco le esigenze tecniche, ma quanto è brutto dove rispondere alle interessanti domande dei ragazzi dando loro le spalle!
Snella, veloce e accattivante la grafica, caldi i colori di grano maturo. Cominciavo a vivere la trasmissione come una bella abitudine serale quando, invece, è stata sospesa. Mi mancherà molto, ma ce la metterò tutta per seguirla, di mattina. Sarebbe bello se a seguirla fossero i ragazzi, magari in classe con i loro compagni e i loro professori.
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