Paolo Giordano
La solitudine dei numeri primi
Oscar Mondadori 2008
“Giordano stupisce per la maturità della scrittura e per la straordinaria capacità di descrivere le emozioni, le incertezze, i dubbi e le paure dei suoi personaggi”. Le Monde
È tutto assolutamente condivisibile, anche lo stupore per la maturità stilistica dell’esordiente Giordano. Ma in letteratura i miracoli accadono e spesso, per fortuna.
La storia di Alice e Mattia diventa un viaggio di formazione “senza rete”, dall’infanzia all’età adulta, nonostante i due abbiano una famiglia alle spalle e vivano in un relativo benessere materiale e in una società “normale”.
E tuttavia la loro vita viene segnata da due eventi cruciali vissuti da bambini: la caduta di Alice in montagna, con conseguenze tragiche, sia sul fisico che sulla sua psiche e la scomparsa della fragile sorellina gemella di Mattia, in un parco pubblico, a causa di una decisione disperata del bambino.
Entrambi sono sovraccaricati di aspettative e responsabilità da parte dei rispettivi genitori, sostanzialmente frustrati dalla loro vita e dalle loro incapacità e fragilità.
Ma la vita va avanti, faticosamente e inesorabilmente: la scuola, i compagni, la solitudine, le genialità, le esperienze di crescita, vissute in malo modo, il lavoro.
Alice sviluppa problemi di relazione e precipita nell’anoressia, Mattia si rifugia sempre di più nel mondo dell’astrazione numerica e dell’autolesionismo. È un genio della matematica, un “cervello in fuga” verso le lande nordiche, che non si lasciano sfuggire questo gioiello. Ma la sua è una fuga speciale, non da un paese che non sa riconoscere le sue qualità professionali e valorizzarle, ma da se stesso e dalle decisoni importanti da prendere per la sua vita affettiva.
Alice si rifugia nella fotografia, che diventa il suo lavoro e il suo osservatorio privilegiato per coltivare uno sguardo personale sul mondo e sulle persone.
L’amore tenta disperatamente di entrare nella vita di Alice e di Mattia, forzando le barriere della solitudine e della paura, ma i due giovani si rivelano troppo fragili per accettarlo. L’amore, in fondo li accomuna e li divide allo stesso tempo, come numeri primi che procedono uno accanto all’altro, senza mai riuscire ad incontarsi. Questo è il loro destino.
Anche il cibo fa la sua parte in questa storia complicata, come accade durante la cena a casa di Fabio, giovane medico innamorato di Alice. L’evento è tragico e grottesco allo stesso tempo. Sembra di essere in un mondo fantastico quasi da Alice nel paese delle meraviglie (o degli orrori…)
Un romanzo molto bello, che davvero colpisce per la sua perfezione di struttura, per la profondità dell’ispirazione e del linguaggio. Si fa leggere quasi in un soffio. Commuove lo smarrimento emotivo di Mattia e Alice. Gli altri personaggi sono semplice contorno.
L’omonimo film di Saverio Costanzo, del 2010, lascia un senso di tragedia totale, senza via d’uscita. Il libro narra, invece, una storia sfaccettata e illuminante, la cui logica porta a conclusioni conseguenti.
Una giovanissima voce critica dal mondo della scuola e dei commenti YouTube dice:
Ho sedici anni e ho letto il libro per la scuola…Sinceramente, non è scritto male, ma non penso che sia adatto leggere una roba del genere per dei ragazzi della mia età che hanno già i propri problemi di cui occuparsi…Più che “la solitudine dei numeri primi” avrebbe dovuto chiamarsi “suicidarsi in dieci lezioni”…Yayoi Chan
Il film non l’ho visto ma sembra ancora peggio -_-
Forse tra qualche anno cambierai idea?
Archiviato in:2013-Il Libro di Gennaio, Cinema e Televisione, Fotografia, In viaggio, La Scuola
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