La scuola sta per finire e dunque le agognate vacanze estive sono alle porte.
Il pedagogista Maurizio Parodi torna all’attacco contro i compiti delle vacanze e da un suggerimento operativo ai genitori, una sorta di liberatoria motivata per i figli (e per se stessi):
Con la presente informo che mio figlio non svolgerà i compiti assegnati per le vacanze,
– perché come tutti i lavoratori (e quello scolastico è un lavoro oneroso e spesso alienante) ha “diritto al riposo e allo svago” – diritto inalienabile sancito dall’Articolo 24 della dichiarazione dei diritti dell’uomo;
– perché le vacanze sono degli studenti e non (solo) dei docenti, ai quali nessuno si permetterebbe di infliggere un simile castigo;
– perché così potrà finalmente dedicarsi, senza l’assillo di magistrali incombenze, a occupazioni creative e ricreative, dalla scuola trascurate o ignorate;
– perché insieme potremo fare piccole e grandi cose, divertenti, appassionanti, quelle che l’impegno scolastico (protraendosi a dismisura oltre l’orario di lezione) non permette;
– perché starà con gli amici al mare, in montagna, nella natura, all’aria aperta dopo essere stato recluso per ore, giorni, mesi (interminabili) in aule anguste, disadorne, quando non addirittura squallide, asfittiche (vere e proprie aree di compressione psichica);
– perché leggerà per piacere e non per dovere;
– perché giocherà moltissimo.
La responsabilità di tale decisione è solo mia e l’assumo in quanto legittimo esercente della potestà famigliare, perciò non potrà essere motivo di qualsivoglia azione o provvedimento, meno che mai disciplinare. continua a leggere il contributo
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